venerdì 5 ottobre 2007

L’isola dei famosi cancella gli indigeni

Carta Quotidiano 4 ottobre 2007 ore 18.00
______________________________
Enzo Mangini
Dietro le avventure dei naufraghi finti, il reality show nasconde la realtà: a pochi chilometri da Cayo Cochino, dove sono esiliati i «famosi» dello show di Magnolia-RaiDue, vive la maggior parte del popolo indigeno garifuna. Trecentocinquantamila persone, in 46 comunità sparse lungo la costa atlantica dell’Honduras.
«Non sono più 46 ma 45 – dice Alfredo Lopez, un rappresentante dell’Organizacion fraternal de los pueblos negros de Honduras [Ofraneh] – pochi giorni fa la comunità di Miami è praticamente scomparsa». I 150 abitanti del villaggio sono stati accolti nelle comunità vicine, attorno a Cayo Cochino e alla Baia de Tela. Miami è, anzi era, una delle comunità al centro del progetto di «sviluppo» turistico di Baia de Tela, promosso dalla multinazionale edilizia italiana Astaldi. La baia è a pochi chilometri dalla fascia costiera ricca di mangrovie e paesaggi affascinanti dove si sono accampate le troupe dell’Isola dei famosi. Uno spot lungo mesi per lanciare il «turismo» italiano in Honduras e quindi creare la domanda che Astaldi, con il suo progetto di resort ad alto impatto ambientale, è pronta a soddisfare. Non solo. Già la realizzazione del reality show pesa sulle comunità garifuna: «Le zone dove vivono le troupe e dove si gira lo show sono presidiate dalla polizia e dall’esercito dell’Honduras – racconta Lopez – Non siamo liberi di spostarci sulla nostra terra, perché ci sono zone dove è stato proibito l’ingresso. Inoltre, i movimenti delle barche e le attrezzature televisive spaventano la fauna delle lagune, come le tartarughe marine. E poi – continua – è terribile vedere un tale spreco di denaro in una regione depressa come la nostra».
Lopez ha tenuto oggi una conferenza stampa al senato, assieme a Luca Martinelli, di Mani Tese, che assieme ad altre associazioni promuove la campagna «L’isola e il mattone» [www.lisolaeilmattone.blogspot.com]. I lavori nella Baia de Tela procedono un po’ più lentamente di quanto l’impresa e il governo vorrebbero. Le proteste dei garifuna e l’attenzione che la vicenda sta ottenendo dalla stampa, anche internazionale, hanno rallentato le ruspe. E intanto, la storia del resort «Los micos» sta per diventare un documentario. Le organizzazioni che sostengono la campagna hanno girato un video, «I pirati della baia». Se ne può prenotare una copia su www.produzionidalbasso.com.
Il progetto di resort «Los micos» prevede quattro hotel di lusso, 256 ville, un campo da golf, un centro ippico e un centro commerciale per una superficie totale di 300 ettari. Per costruire il campo da golf verrà interrata una laguna protetta dalla Convenzione internazionale per la protezione delle paludi. Secondo Astaldi è un progetto che porterà lavoro e sviluppo nella zona. «Conosciamo Astaldi da molto tempo – risponde Lopez – e non ci fidiamo di quello che dicono. In altri casi, hanno portato la manodopera da fuori. Alle comunità indigene del posto non rimarrà nulla. Verranno cancellate, come Miami».
I garifuna accusano il governo dell’Honduras di aver chiuso un accordo con la Astaldi senza nemmeno consultare le comunità che vivono nella zona del progetto e che, secondo Lopez, lo avrebbero bocciato. «La tattica del governo è semplice – spiega – prima la terra comune di ogni villaggio viene divisa e privatizzata.
Una volta smembrata la comunità, non rimane altro che convincere a vendere la terra. Così non rimane nulla. Non ci meraviglia che Astaldi abbia concluso un accordo con il governo. Ma vorremmo far notare una cosa: l’Honduras, oltre a essere uno dei paesi più poveri di tutto l’emisfero occidentale, è anche il più corrotto del Centroamerica. Come possiamo fidarci del governo e di chi fa affari con loro?»
«Questo progetto è un’imposizione dello stato honduregno – dice Lopez – nel quale noi non siamo coinvolti e che noi non abbiamo chiesto. Vorremmo piuttosto che i fondi internazionali che arrivano in Honduras dal 1998, quando l’uragano Mitch ha distrutto il paese, fossero spesi meglio e per progetti che rispondono ai bisogni delle comunità e non ai piani affaristici dell’elite».

martedì 2 ottobre 2007

IL CAPITALE ITALIANO E I MEGAPROGETTI TURISTICI IN HONDURAS

A rischio l'ecosistema della Laguna de los Micos: al via i lavori del complesso "Los Micos Beach & Resort Centre", li fa Astaldi.
Giovedì 4 ottobre una conferenza stampa al Senato
I garifuna della Bahia de Tela arrivano in Italia per denunciare il megaprogetto turistico "Los Micos Beach & Resort Centre" e l'interesse del capitale italiano. L'appalto per la prima parte dei lavori, avviati a metà agosto, è stato vinto da Astaldi. Alfredo Lopez, leader dell’Organizzazione fraterna dei popoli negri dell'Honduras (Ofraneh), che rappresenta le 46 comunità di etnia afro-indigena garifuna disseminate lungo tutta la costa caraibica del Paese, è stato invitato in Italia dal Collettivo Italia Centro America (http://www.puchica.org/), nell'ambito della campagna di denuncia contro l'impatto ambientale del progetto turistico, "L'isola e il mattone" (lisolaeilmattone.blogspot.com), e dal Partito della Rifondazione Comunista. Il Collettivo Italia Centro America e Rifondazione Comunista hanno convocato una conferenza stampa giovedì 4 ottobre, alle 14, presso il Senato della Repubblica, Sala delle conferenze stampa - Palazzo Madama, 2 Roma (sono obbligatori giacca e cravatta; le presenze sono da comunicare entro mercoledì 3 ottobre a Mauro Tettoni - mauro.tettoni@senato.it).

Intervengono:
Fabio Amato, responsabile Esteri, Prc-Se
Alfredo Lopez, Ofraneh
Francesco Martone, senatore Prc-Se, commissione Esteri
Jose Luis del Rojo, senatore Prc-Se, commissione Esteri
Luca Martinelli, Collettivo Italia Centro America

giovedì 27 settembre 2007

"HONDURAS IN MARCIA" UN PAESE CHE (R)ESISTE

Dal 2 al 7 ottobre 2007

Per il terzo anno consecutivo il Collettivo Italia Centro America (www.puchica.org) organizza la visita in Italia di un rappresentante dei movimenti popolari honduregni.
Quest'anno, nell'ambito della campagna di denuncia contro il progetto turistico "Los Micos Beach & Resort Centre", nella Bahia de Tela (lisolaeilmattone.blogspot.com), sarà in Italia Alfredo Lopez, leader dell’Organizzazione fraterna dei popoli negri dell'Honduras (Ofraneh) che rappresenta le 46 comunità di etnia afro-indigena garifuna disseminate lungo tutta la costa caraibica del Paese.
La Laguna de los Micos è minacciata dalla costruzione del megaprogetto turistico “Los Micos Beach & Resort Centre”. Il complesso verrà realizzato nella Bahia de Tela, sulla costa caraibica dell’Honduras, a pochi chilometri dalle isole dei Cayos Cochinos, dove il 20 settembre è iniziata la nuova serie del reality show “L’isola dei famosi”. La regione è abitata dai garifuna, che vivono di pesca in comunità lungo la costa e teme l’impatto sociale e ambientale del turismo di massa.
Oggi la Laguna de los Micos è un paradiso di mangrovie, una striscia vergine di spiaggia e vegetazione di oltre 3 km. Il progetto nella Bahia de Tela prevede la realizzazione di quattro hotel di lusso, 256 ville, un campo di golf, un club ippico e un centro commerciale -su una superficie complessiva di oltre 300 ettari.
Il tutto verrà realizzato all'interno del Parco nazionale intitolato a Jeanette Kawas (Pnjk) e di una laguna registrata (con il numero 722) nell'elenco delle paludi protette dalla Convezione internazionale di protezione delle paludi (conosciuta come Ramsar). Perciò il riempimento di gran parte della palude per la realizzazione del campo da golf è illegale. Non ci sono state nemmeno le consultazioni con le popolazioni locali, come vorrebbe l'Accordo n. 169 dell'Organizzazione internazionale del lavoro.

Chi è Alfredo Lopez
Leader comunitario e poi presidente del Patronato della comunità di Triunfo de la Cruz, Alfredo Lopez ha passato quasi sette anni di carcere, tra il 27 aprile del 1997 e l'ottobre del 2003. Colpevole di voler difendere la terra di Triunfo de la Cruz dalla speculazione turistica del progetto "Mar Bella".
Un incarceramento arbitrario e illegale, secondo quanto stabilito dalla Corte interamericana per i diritti umani(Cidh), che il primo marzo del 2006 ha condannato lo Stato di Honduras per il trattamento ricevuto da Alfredo mentre questi era in carcere.
Un incarceramento preventivo: Alfredo non è mai stato condannato (anzi: l'accusa di detenzione e traffico di sostanze stupefacenti a suo carico, montata ad hoc, era decaduta già un anno dopo il suo ingresso in prigione).

Il Collettivo Italia Centro America
È un collettivo di base che opera sia in Italia che in vari paesi del Centro America a diretto contatto con le realtà di base locali.

PROGRAMMA:

* mercoledì 3 ottobre, h. 19.00: incontro pubblico organizzato dall'Associazione culturale "Ex-Lavanderia" presso l’ex Manicomio di Roma Santa Maria della Pietà, Monte Mario, ROMA
*-------------
* giovedì 4 ottobre, h. 14.00: CONFERENZA STAMPA convocato presso il Senato della Repubblica, Sala delle conferenze stampa - Palazzo Madama, 2 ROMA
*-------------
* venerdì 5 ottobre, h. 20.00: Associazione XENA – la serata si terrà presso la sede di Missionari Comboniani, via San Giovanni di Verdare, 139- PADOVA- Zona stazione.
*-------------
* sabato 6 ottobre, h. 19.00: Csa BARAONDA, Via Amendola, 1 – Rovagnasco di Segrate MILANO (come arrivarci su: http://www.ecn.org/baraonda/dovesiamo.html).

Sperando nel vostro interesse e mettendoci a disposizione attraverso honduras@puchica.org per maggiori dettagli, vi mandiamo un saluto fraterno. Ufficio stampa: Luca Martinelli; tel. 349-86.86.815

Collettivo Italia Centro America

lunedì 24 settembre 2007

Barbara, Beatrice, Chiara, Federica, Giada, Sara e Tatiana ...

Al Presidente de Honduras José Manuel Zelaya Rosales

e p.c.

Al Presidente de la Republica italiana Giorgio Napolitano
Agli organi di stampa italiani
Al Direttore della RAI Radiotelevisione Italiana
Al Copinh, Consejo Civico de Organizaciones Populares e Indigenas de Honduras,
A Ofraneh, Organizacion Fraternal Negra de Honduras,
Al MCA, Movimento Campesino dell'Aguan,
Al Movimiento de recuperaciòn y titulaciòn de tierras de Zacate Grande

LORO INDIRIZZI


Illustrissimo Presidente dell'Honduras José Manuel Zelaya Rosales,
siamo sette ragazze italiane che recentemente hanno trascorso cinque settimane nel bellissimo paese che Lei ha l'onore di rappresentare.
Nel ringraziare, attraverso di Lei, tutte le persone che ci hanno accolte e accompagnate in questo interessante angolo di America, ci rivolgiamo a Lei con un suggerimento e una premessa.
Mentre dalle vostre parti era inverno, qua le giornate erano caratterizzate da una calura appiccicosa ed insopportabile ma – miracolo – hanno avuto il merito di “illuminare” alcuni sindaci, impegnati nel difficile compito di garantire la sicurezza dei cittadini.
Le ordinanze adottate o proposte sono state rivolte a coloro che rappresentano l'aspetto più visibile, agli occhi dei miopi, e dunque fastidioso di quella che viene definita micro criminalità: nell'illusione di contrastare il fenomeno colpendo, dal basso, coloro che in realtà ne rappresentano le prime vittime. Trattasi di “lavavetri”, ragazze prostituite e loro clienti, writers, ecc, piccole comparse di una scena complessa ed articolata, attori che magari non conoscono né il regista né quantomeno il produttore…
Eliminando dal campo visivo e dalla strada queste persone si potrà avere la percezione di un mondo più pulito, ordinato e sicuro, frequentato solo da gente per bene, rispettosa delle leggi…gente di razza. Un'illusione...ottica.
La stessa illusione che gli italiani hanno guardando il programma “L'isola dei famosi” , in onda, nella sua quinta edizione, su un canale della televisione pubblica italiana e che Lei ha consentito si svolgesse, nuovamente, nelle stupende isole Cayos Cochinos di Honduras.
D’altronde, tutto il mondo è paese. Allora perché negarsi il provvidenziale pugno di dollari e la pubblicità gratuita che ne deriveranno?
I finti naufraghi stanno ingannando i telespettatori italiani, nell'illusione che si tratti di isole disabitate, ostili, dove i protagonisti rischiano di morire di fame, sete, solitudine o chissà cos'altro.
La realtà è ben diversa come Lei ben sa: in queste zone dell'America centrale, vive, da alcuni secoli, la popolazione indigena dei Garifunas, afrodiscendenti, giunti in Honduras alla fine del 1600, provenienti dall'isola caraibica di Sao Vicente, dove tempo prima erano stati portati dai colonizzatori spagnoli per essere schiavizzati.
Essi vivono essenzialmente dedicandosi alla pesca e all'agricoltura in un'armonia totale con la natura. Difendono la cultura tradizionale, la lingua, il diritto alla proprietà collettiva della terra, resistendo anche al recente tentativo di sfruttamento turistico.
Con i divieti imposti per consentire le riprese del reality, sommati alle precedenti limitazioni introdotte a partire dagli anni '90, queste persone rischiano davvero di morire di fame! Divieti di pescare e di avvicinarsi alle tre isole Cayo Paloma, Cayo Culebra e Cayo Mayor, invase dai finti naufraghi e dalle truppe a seguito del programma.
Che ne dice, illustrissimo presidente di ripensarci? E se suggerissimo ai miei connazionali di andarsene? Di cercarsi un'altra isola più vicina a casa, magari nel Mediterraneo? Non ci sarebbe nemmeno il pericolo degli uragani! Meglio ancora: trasmissioni di questo genere non dovrebbero proprio esistere, sono una offesa alla dignità umana!
Prenda esempio dai suoi colleghi nostrani adotti un ordinanza di sgombero di questi finti naufraghi! Avrebbe tutti gli strumenti per farlo!
A quali leggi fare riferimento? Ad esempio potrebbe fare riferimento alla Convenzione n. 169 dell'Organizzazione Mondiale del Lavoro, sui diritti dei Popoli Indigeni e Tribali in Paesi Indipendenti, già ratificata dall' Honduras nel 1994 e alla Costituzione della Repubblica di Honduras che, all'art. 346 riconosce che è un “dovere dello Stato dettare norme a protezione dei diritti e degli interessi delle comunità indigene presenti nel paese e in special modo delle terre e dei boschi dove queste risiedano”. Proprio in questi giorni, poi, dopo ben 22 anni di tentativi, è stata approvata la dichiarazione dell’ONU sui diritti dei popoli indigeni.
Abnegare al suo dovere, in qualità di Presidente, significa mettere a rischio la sopravvivenza del suo popolo, dei suoi fratelli, delle sue sorelle, distruggere culture, ambiente.
Non si preoccupi l’ordinanza non terrà lontano i turisti, come qui da noi non sono scomparsi i lavavetri, etc.
E, ancora Signor Presidente, i turisti non hanno bisogno di grandi complessi alberghieri, come quello che Lei stesso sta promuovendo nella Bahia di Tela, un'ulteriore scempio del territorio e violazione dei diritti delle persone residenti (progetto che provocherà conseguenze disastrose sull’equilibrio dell’area protetta: addirittura si pensa alla costruzione di campi da golf che riempiranno di sabbia l’intera laguna!).
L'Honduras che abbiamo conosciuto in questo viaggio, non è fatta solo di spiagge bianche e di mare trasparente. E' fatta di persone, l'80% delle quali vivono in condizioni di povertà e non hanno accesso a servizi sociali di base, dove il 40% dei bambini soffre di malnutrizione e nelle zone rurali il tasso di mortalità infantile è di 7 bambini su 10.
E' l'Honduras ricco di acqua dolce, di giacimenti minerari, di oro e argento, di terre fertili, di boschi e tanto altro. Ma che continua a subire saccheggi e devastazioni con la complicità di chi governa che tutto ciò dovrebbe, invece, tenacemente contrastare.
Durante questo viaggio abbiamo conosciuto un popolo cosciente della propria situazione, delle deprivazioni subite in secoli di dominio, consapevole dell'importanza di lottare per affermare i propri diritti di esseri umani. Che difende il proprio territorio resistendo contro ricche famiglie, soprattutto straniere, che si presentano, dopo aver corrotto giudici e avvocati con titoli attestanti la proprietà di terre e pretendendo di mandare via chi in quelle stesse terre ha sempre vissuto. Un popolo che si oppone alla devastazione del territorio minacciato costantemente dal taglio sfrenato dei boschi, dai grandi progetti di dighe e dallo sfruttamento intensivo delle miniere a cielo aperto.
E' l'Honduras del Copinh, il Consejo Civico de Organizaciones Populares e Indigenas de Honduras, di Ofraneh, la Organizacion Fraternal Negra de Honduras, del MCA, il Movimento Campesino dell'Aguan (contadini rimasti senza terra che si sono resi protagonisti della rioccupazione più grande di tutto il Centro America degli ultimi anni), del Movimento per il recupero delle terre di Zacate Grande, del Mao, il Movimento Ambientalista e di tante persone attive nella difesa e promozione dei diritti umani. E' l'Honduras delle persone unite nella lotta che sono in grado di fermare il paese con uno sciopero e contro le quali, ogni volta, la polizia spara...

Ma a Lei queste cose non interessano, forse disturbano certi altri honduregni e stranieri, occupati ad accaparrarsi le numerose ricchezze della Repubblica delle Banane…
Barbara, Beatrice, Chiara, Federica, Giada, Sara e Tatiana ...

sabato 22 settembre 2007

HONDURAS IN MARCIA R-ESISTE

HONDURAS IN MARCIA R-ESISTE
per l’Italia dal 02 al 07 ottobre 2007 (anno 3°)

Anche quest’anno con il Collettivo Italia-Centro America, C.I.C.A. stiamo organizzando la visita in Italia di un rappresentante dei movimenti popolari honduregni. Verrà Alfredo Lopez dell’Organizzazione fraterna dei popoli negri dell'Honduras, OFRANEH. Alfredo ha trascorso sette anni in carcere come prigioniero politico, detenuto in base a false accuse montate su misura per contrarrestare il suo impegno in difesa delle terre collettive della propria comunità Garifuna, Triunfo de la Cruz. Honduras.
La visita di Alfredo Lopez rientra nelle attività della campagna internazionale "L'isola e il mattone" in difesa della Laguna de los Micos nella Bahia de Tela, minacciata dalla costruzione del megaprogetto turistico “Los Micos Beach & resort”.
Stiamo ultimando il programma degli incontri a cui parteciperà Alfredo. Appena pronto lo pubblicheremo nel blog, ma già da adesso possiamo anticiparvi che le città interessate saranno Milano, Roma, Padova e Piombino.
Per maggiori informazioni: honduras@puchica.org
hasta pronto
C.I.C.A.

mercoledì 19 settembre 2007

Un anno fa...

da Peacereporter.net

"Il vero scandalo dell'Isola dei famosi"
L'Honduras ospita l'Isola dei famosi, che ignora i tanti problemi di uno dei paesi più poveri al mondo. Leggi l'articolo

martedì 18 settembre 2007

cercando qui e la...

da Dagospia.com
L’ISOLA DEI FAMOSI? CERTO, FAMOSI PER AVER SCONVOLTO L’ISOLA: “A QUELLI DELLA TV È PERMESSO TUTTO CIÒ CHE E’ PROIBITO. TOCCANO LE PIANTE DA COCCO, PESCANO NELLA RISERVA BIOLOGICA, VIVONO SULLA SPIAGGIA DI PALOMA, DOVE C’ERA IL DIVIETO DI SCENDERE A TERRA...
continua

mercoledì 12 settembre 2007

La polemica su "L'intruso, il reality, l'isola e il mattone"

dal blog di Luca Martinelli (www.icoloridelmais.blogspot.com)

Il mio articolo L'intruso, il reality, l'isola e il mattone, pubblicato il 4 settembre da Il Manifesto, è stato ripreso il giorno dopo dal Corriere della Sera. Allora Giorgio Gori, amministratore delegato di Magnolia, la società che produce il reality "L'isola dei famosi", ha replicato scrivendo una lunga lettera a Il Manifesto, che è stata pubblicata domenica 9 settembre insieme a una mia controreplica. Le pubblico sul blog.

Sull'«Isola» nessun segreto
Il manifesto (terra terra del 4/9) ha dedicato all'«Isola dei Famosi» - e a ciò che si nasconderebbe dietro al programma di Raidue - un articolo di Luca Martinelli, poi ripreso anche da altri quotidiani. Sui diversi temi sollevati, collegati in realtà solo dal palese intento di mettere in cattiva luce la nostra produzione, desidero fornire alcune informazioni. Scrive il manifesto che in Honduras verrà realizzato un mega-complesso turistico a cura della Astaldi, e che sarebbe questa «il concorrente nascosto dell'Isola dei Famosi 2007». Non sarebbe cioè un caso se, per il secondo anno consecutivo, i «famosi» e l'«Isola» metteranno per tre mesi le spiagge honduregne in vetrina davanti a milioni di telespettatori italiani. Va da sé che nulla sappiamo dell'iniziativa della Astaldi e che l'insinuazione risulta anzi diffamatoria. Dalle ricerche che abbiamo condotto emerge che la questione dei paventati insediamenti si trascina da anni e i locali Garifuna contestano la costruzione di qualsiasi insediamento turistico. Vari sono stati i tentativi, probabilmente l'ultimo è questo della Astaldi. Ma tutto questo non ha nulla a che fare con Cayo Cochinos e il set del reality. La zona si trova infatti nel municipio di Tela, a circa 150 km da dove ha base la troupe, e a oltre tre ore di navigazione dal set del reality. Sostiene ancora l'artitolo che l'«Isola» nasconda altri segreti, come il fatto che le isolette del Cayo, sedi del reality, siano in vendita. A quanto ci è dato di sapere, solo l'isola di Cayo Culebra era in vendita, recentemente ceduta a un finanziere messicano. Ma l'accusa principale consiste nel fatto che il format prodotto da Magnolia «sconvolge gli equilibri su cui si regge la vita delle popolazioni locali». Ora, con i Garifuna i rapporti sono di assoluta collaborazione. E' in atto uno scontro, ma questo riguarda i Garifuna e le istituzioni honduregne, soprattutto riguardo ad alcuni presunti abusi avvenuti sempre nel municipio di Tela e riguardante la comunità di Triumfo de la Cruz , dove alcuni anni fa è stata bloccata la costruzione di alcune ville di lusso (progetto Mar Bella). Niente a che vedere quindi con le comunità Garifuna di Sambo Creek e Chachahuate, coinvolte nella realizzazione del reality. Va poi precisato che l'unica limitazione concordata lo scorso anno con la comunità Garifuna del Cayo consisteva nella richiesta di non avvicinarsi alla sola spiaggia dei concorrenti quando questi erano presenti. Questa limitazione è stata ripagata in due modi: in denaro (per mancato guadagno), e in servizi messi a disposizione della comunità (costruzione di una struttura sull'isola di Chachahuate, non utilizzata per il programma, disponibilità del medico della produzione per visite e interventi, bonifica e smaltimento di tutto l'Eternit presente sull'isola di Chachahuate, costruzione di un rifugio per i pescatori con 8 posti letto e 2 bagni). Questo nel 2006. Per quest'anno l'accordo è analogo. Verrà però versata una cifra doppia oltre ad altri interventi di finitura. Durante l'intero periodo di presenza dello staff, la comunità potrà usufruire gratuitamente delle barche della produzione per spostarsi. Si tenga anche conto che per la realizzazione del reality lavorano 15 rappresentanti della comunità.
Giorgio Gori, Ad Magnolia
****************************

Una prima considerazione è che il focus dell'articolo era il megaprogetto turistico in costruzione ad opera di Astaldi, tanto da segnalare la campagna di pressione avviata nei confronti dell'azienda italiana dal collettivo Italia-Centroamerica. Se non è provata alcuna relazione tra Astaldi e Magnolia, è vero però che entrambe le iniziative si svolgono all'interno di un processo di sviluppo turistico disegnato dal governo honduregno e che non tiene conto delle reali esigenze delle popolazioni locali. Questo può essere confermato dal fatto che per tutta la durata dell'edizione 2006 dell'«Isola», sul sito del consolato honduregno di Milano campeggiava il logo del programma con link al sito e che l'ambascitore dell'Honduras a Roma da noi intervistato ci ha confermato di ritenere il format televisivo un frande strumento di promozione turistica del paese. Per quanto riguarda invece le violazioni ai diritti delle popolazioni locali ci sono le denunce da parte di organizzazioni della società civile locale.
l. m.

lunedì 10 settembre 2007

ADESIONI!!!

Abbiamo superato le 200 adesioni, con messaggi arrivati anche dal Brasile, dall'Argentina, dalla Germania, dalla Slovenia e ovviamente dall'Honduras...
continuate a diffondere la lettera e ancora grazie a tutt*

giovedì 6 settembre 2007

AGGIORNAMENTO...

Vista la grande partecipazione da parte di tutt* voi e visto l'impegno preso nel tenervi informati attraverso questo blog, abbiamo inviato il messaggio copiato qui sotto a tutt* coloro che hanno aderito inviando copia a honduras@puchica.org ...
stimat* amic*,
vogliamo ringraziarvi di cuore per aver aderito alla bombing mail contro il mega progetto "Los Micos & beach resort centre" che, visto il numero delle adesioni, avrà sicuramente riempito la posta elettronica dei destinatari. Ed è anche per questo che vi scriviamo, pare che l'indirizzo del sig Mario Casco rimandi indietro i messaggi, quindi vi preghiamo di riinviare la lettera di denuncia anche a: secretaria@astaldi.hn .
La lettera con l'aggiunta la trovate su http://www.lisolaeilmattone.blogspot.com/
Continueremo a tenervi aggiornati sull'andamento della campagna
Infinitamente grazie.

mercoledì 5 settembre 2007

COMUNICATO per l'invio della lettera

L'indirizzo elettronico del sig. Mario Ivan Casco dell'Astaldi Columbus risulta bloccato e le mails tornano indietro.
Ecco un ulteriore indirizzo a cui inviare la lettera: secretaria@astaldi.hn, indirizzo che è già stato aggiunto alla lettera qui sotto.
Non è diretto a una persona particolare, ma pur sempre all'impresa.
Nel frattempo vi informiamo che le lettere inviate sono numerosissime.
Grazie per aver aderito all'appello e continuate a diffonderlo.

martedì 4 settembre 2007

URGENTE! Invia la lettera ad Astaldi

questo è il testo della lettera da inviare all'impresa Astaldi.
Español abajo. English below

*****************************************
Nelle prossime settimane la costa Atlantica dell'Honduras tornerà protagonista del reality show "L'Isola dei famosi". Tra i concorrenti quest'anno c'è anche Astaldi.
La seconda azienda italiana delle costruzioni, infatti, ha appena firmato con il governo del Paese centroamericano un contratto per iniziare i lavori del megaprogetto turistico "Los Micos beach & resort centre", lungo la costa caraibica della Bahia de Tela.
Un progetto fortemente avversato dalle popolazioni locali, il popolo garifuna, e che avrà un impatto devastante sul territorio, tanto a livello ambientale che sociale ed economico.
Secondo Astaldi, che abbiamo sentito telefonicamente, il progetto turistico non potrà che portare "sviluppo, ricchezza e lavoro" nella regione. L'azienda ci ha anche invitato, d'ora in poi, a rivolgere le nostre preoccupazioni e denunce direttamente al committente (il Governo dell'Honduras) lasciando in pace Astaldi. Per questo, vi chiediamo aiuto per far sentire ad Astaldi la sua complicità con un progetto che è economicamente, socialmente e ambientalmente insostenibile.
Inviate la lettera a
Alessandra Onorati, responsabile Comunicazione e Investor Relations di Astaldi a.onorati@astaldi.com
a Mario Iván Casco, di Astaldi Columbus in Honduras, m.casco@honduras.hn,
e a Secretaria de Astaldi Columbus en Honduras secretaria@astaldi.hn
mettendo in copia honduras@puchica.org

Maggiori informazioni su lisolaeilmattone.blogspot.com

*************************************************
Milano, 5 settembre 2007
A Vittorio Di Paolo, presidente di Astaldi
A Giuseppe Cafiero, direttore generale Estero di Astaldi
A Mario Ivan Casco di Astaldi Columbus
A Secretaria de Astaldi Columbus en Honduras

A luglio la vostra azienda, attraverso la propria filiale honduregna, ha firmato con il governo della Repubblica di Honduras il contratto per realizzare opere infrastrutturali legate al progetto turistico “Laguna de Los Micos”, nella regione della Bahia de Tela, lungo la costa Atlantica del Paese.

Come certamente saprete, la zona è abitata da oltre duecento anni da comunità garifuna, un popolo afro-indigeno che vive lungo la costa Nord dell'Honduras.
I garifuna delle comunità che subiranno gli effetti negativi del progetto -San Juan de Tela, Tornabé, Miami, Triunfo de la Cruz-, affiliate nell'Organizzazione fraterna dei popoli negri di Honduras (Ofraneh), denunciano da sempre i possibili rischi e le ricadute negative a livello sociale, economico e ambientale dello sviluppo turistico selvaggio della Bahia de Tela.
Il progetto, infatti, prevede la realizzazione di un mega complesso che andrà ad occupare 500 ettari di terra e una striscia di spiaggia di 3 km. All'interno de “Los Micos beach & resort centre” troveranno posto quattro hotel di lusso, 256 ville, un campo di golf, un club ippico e un centro commerciale.

Il tutto verrà realizzato all'interno del Parco nazionale intitolato a Jeanette Kawas (Pnjk) e di una laguna registrata (con il numero 722) nell'elenco delle paludi protette dalla Convezione internazionale di protezione delle paludi (conosciuta come Ramsar).
Il riempimento di gran parte della palude per la realizzazione del campo da golf, attività che si appresta ad avviare la vostra azienda, è incompatibile con la convenzione Ramsar, che considera le paludi aree di assoluta preservazione, e andrebbe inoltre a compromettere gli equilibri idrici della zona, provocando l'alterazione dei corsi d'acqua, e quindi il funzionamento della palude stessa, aumentando i rischi di inondazione durante i periodi di maggiori precipitazioni nelle comunità limitrofe e nella città di Tela.

Anche uno studio tecnico elaborato dalla Fondazione per la protezione di Lancetilla, Punta Sal e Texiguat (Prolansate), organizzazione non governativa, con incarico istituzionale di conservazione del Parco nazionale Jeanette Kawas, dimostra il disastroso impatto ambientale del progetto oltre ad evidenziare le numerose violazioni di accordi internazionali (accordo sulla diversità biologica, Cdb; il convegno per la conservazione della biodiversità e protezione di aree naturali in America Centrale -decreto n° 183/94-), leggi forestali nazionali, direttive ambientali della Banca interamericana di sviluppo, soggetto finanziatore del progetto, oltre che del regolamento interno del Parco.

La zona del progetto, inoltre, appartiene all'habitat funzionale delle comunità garifuna di Miami, Tornabé, San Juan de Tela, La Ensenada e Triunfo de la Cruz, la cui popolazione ottiene parte del proprio sostentamento dalla laguna menzionata. Il progetto confina con la zona del nucleo del parco nazionale, destinato alla protezione assoluta: una zona, cioè, nella quale la legislazione honduregna non permette alcun cambiamento o alterazione dell'ecosistema.

Per la realizzazione del megaprogetto, il cui importo complessivo supero i 200 milioni di dollari, l'Honduras contrarrà un nuovo prestito con la Banca interamericana di sviluppo (Bid), di cui beneficierà anche Astaldi (per circa 15 milioni di dollari). Ciò comporta un aumento del già alto indebitamento estero del Paese, i cui costi gravano sulle classi popolari.

Per ciò chiediamo ad Astaldi Columbus di sospendere immediatamente ogni attività relativa all'incarico ricevuto.

************************
Español
************************
En las próximas semanas la costa Atlántica de Honduras volverá a ser protagonista del reality show "La Isla de Los Famosos" en la televisión italiana. Entre los participantes este año figura también la transnacional Astaldi, la segunda empresa italiana en el sector de la construcción. La Astaldi acaba de ser contratada por el gobierno del país centroamericano para realizar la infraestructura inicial del megaproyecto turístico "Los Micos Beach & Resort Centre", en la costa de la Bahía de Tela, en el Caribe hondureño. La población local, el pueblo garifuna, se opone tajantemente al proyecto.
Según la Astaldi, con quien nos comunicamos por teléfono, el proyecto turístico aportará "desarrollo, riqueza y trabajo" a la región. Por lo tanto la empresa nos ha invitado a dirigir nuestras preocupaciones y denuncias directamente al contratante (en este caso el gobierno de Honduras), y así dejar en paz a la Astaldi. Por eso, pedimos a todas y todos ustedes que nos apoyen para que la Astaldi oiga el clamor de nuestras voces que la acusan de ser parte de un proyecto que es insostenible a nivel económico, social y medioambiental.
Envíen la carta modelo que encontrarán a continuación a
Alessandra Onorati, responsable de Comunicación y Relaciones con los Inversionistas de la Astaldi en Roma: a.onorati@astaldi.com
a Mario Iván Casco, m.casco@honduras.hn, de la filial hondureña de Astaldi.
y a Secretaria de Astaldi Columbus en Honduras secretaria@astaldi.hn
Les pedimos enviar una copia a: honduras@puchica.org

Más información en la pagina lisolaeilmattone.blogspot.com

************************************************
Milan, 5 de Septiembre de 2007
A Vittorio Di Paolo, presidente de Astaldi
A Giuseppe Cafiero, director general para el exterior de Astaldi
A Mario Iván Casco de Astaldi Columbus
A Secretaria de Astaldi Columbus en Honduras

En julio pasado su empresa, a través de su filial hondureña, firmó con el gobierno de la República de Honduras un contrato para realizar obras de infraestructura relacionadas con el proyecto turístico “Laguna de Los Micos” en la regi ón de Bahía de Tela, en la costa Atlántica del país.

Como seguramente sabrán, la zona es habitada desde hace 200 años por la comunidad garífuna, pueblo afro-indigena que abita la costa norte de Honduras. Los garífunas de las comunidades afectadas por el proyecto --San Juan Tela, Tornabé, Miami, Triunfo de la Cruz-- afiliadas a la Organización Fraternal Negra de Honduras (Ofraneh), han denunciado desde hace tiempo los posibles riesgos y los impactos negativos a nivel social, económico y ambiental del salvaje desarrollo turístico en ciernes en la Bahía de Tela.

El proyecto prevé la realización de un mega complejo que ocuparía mas de 500 hectáreas de tierra y una franja de playa de 3 km. Al interior de “Los Micos Beach & Resort Centre” se edificar ían 4 hoteles de lujo, 256 casas de lujo, centros comerciales, parques temáticos, paseos a caballo y, claro, no podría faltar, un campo de golf.

Todo esto se realizaría al interior del Parque Nacional Jeannette Kawas (PNJK) y en una laguna registrada (con el número 722) en la lista de los humedales protegidos por la Convención Internacional de Protección de los Humedales (conocida como Ramsar). El relleno de gran parte de los humedales para la construcción de un campo de golf, acción que su empresa está a punto de iniciar, es incompatible con la Convención de Ramsar, la cual considera que los humedales son áreas de total preservación y que además comprometería el equilibrio hídrico de la zona, provocando la alteración de los cursos de agua y por tanto del funcionamiento de los mismo humedales, aumentando así los riesgos de inundaciones durante los periodos de mayor lluvia en las comunidades limítrofes y en la ciudad de Tela.

Asimismo, un estudio técnico elaborado por la Fundación para la Protección de Lancetilla, Punta Sal y Texiguat (Prolansate), organización no gubernamental cuyo objetivo institucional es la conservación del Parque Nacional Jeannette Kawas, ha demostrado que el proyecto provocaría un impacto ambiental desastroso y que además violaría numerosos acuerdos internacionales (Acuerdo sobre la Diversidad Biológica-CBD; el Convenio para la Conservación de la Biodiversidad y Protección de las Areas Naturales en América Central -decreto no. 183/94-), leyes forestales nacionales, directrices ambiéntales del Banco Interamericano de Desarrollo (órgano financiero del proyecto), así como el reglamento interno del Parque.

Además, la zona del proyecto pertenece al hábitat funcional de las comunidades garífunas de Miami, Tomabé, San Juan Tela, La Ensenada y Triunfo de la Cruz, cuya población obtiene parte de sus ingresos de la laguna mencionada.
El proyecto colinda con la zona del núcleo del parque nacional, dedicada a la protección absoluta―por tanto es una zona en la cual la legislaci ó n hondureña no permite ningún cambio ni alteración del ecosistema.

Por lo anterior, exigimos que su empresa detenga inmediatamente toda actividad relacionada con las obras mencionadas.
*******************************
English
*******************************

In the next few weeks the Atlantic Coast of Honduras will once again be featured in the Italian TV reality show “The Island of the Famous”. This year’s participants will include Astaldi, the second-largest Italian construction company. Astaldi has just won a contract from the government of Honduras to build the basic infrastructure of a mega-tourist resort “Los Micos Beach & Resort Centre” along the coast of Tela Bay, on the Caribbean coast of Honduras. The local Gar ífuna residents are adamantly opposed to the project, which will have a devastating environmental, social and economic impact on their lands.

According to an Astaldi spokesperson with whom we spoke by phone, the tourist project will bring “development, wealth and work” to the region. Therefore the company has invited us to channel all complaints and denouncements directly to the contracting party (in this case the government of Honduras) and to leave Astaldi alone. We are therefore asking all of you for your support and to raise our collective voices in order to let Astaldi know that it is guilty of being part of a project that is economically, socially and environmentally unsustainable. 
Please send the model letter below to
Alessandra Onorati, director of Astaldi’s Investor Communication and Relations in Rome: a.onorati@astaldi.com
to Mario Iván Casco of Astaldi ’s Honduran subsidiary: m.casco@honduras.hn.
ando to Secretaria de Astaldi Columbus en Honduras secretaria@astaldi.hn
We kindly ask that you send a copy to: honduras@puchica.org

More information is available at: Lisolaeilmattone.blogspot.com

*********************************************************
Milan, 5th of September, 2007

To:
Vittorio Di Paolo, president of Astaldi
Giuseppe Cafiero, general director of Astaldi's international operations
Mario Iván Casco of Astaldi Columbus
Secretaria de Astaldi Columbus en Honduras

Last July, your company, acting through your subsidiary in Honduras, signed a contract with the government of the Republic of Honduras to undertake the building of infrastructure related to the “Laguna de Los Micos” tourist resort, in the region of Bah ía de Tela, along the Atlantic coast of Honduras.

As you are undoubtedly aware, the Garífuna community, afro-indigenous peoples' living in the North coast of Honduras, has inhabited the area for the past 200 years. Once plans for the area were made public, the Garífuna people from the communities affected by the project, e.g., San Juan Tela, Tornabé, Miami, La Ensenada, Triunfo de la Cruz, members of the Fraternal Organization of the Black Peoples of Honduras (OFRANEH), denounced the possible risks and the negative social, economic and environmental impacts of uncontrolled tourism-related development of the Bahía de Tela.

The project will undertake the building of a mega tourism complex that will occupy some 500 hectares of land and a three-kilometer stretch of beach. Within the “Los Micos Beach & Resort Centre” there will be 4 luxury residences, 256 villas, malls, theme parks, horse rides and, of course, a golf course.

All this is to be built within the Jeanette Kawas National Park (PNJK) and adjacent to a registered lagoon (number 722) listed as protected wetlands in the International Convention for the Protection of Wetlands (known as Ramsar).

Your company is set to begin filling in a large part of the wetlands in this area in order to build a golf course, activities that are totally incompatible with the Ramsar Convention, which stipulates that delicate wetlands need absolute protection. Further, construction activities would alter the equilibrium of all water resources in the area, leading to changes in water reserves and thus to the benefits of the wetlands themselves. Construction would also increase the risk of floods in nearby communities and in the city of Tela during the months of heaviest rains.

A technical study undertaken by the Foundation for the Protection of Lancetilla, Punta Sal and Texiguat (PROLANSATE), a non-governmental organization, in charge of conservation within the Jeanette Kawas National Park, shows that the project would have a disastrous environmental impact and would entail numerous violations of international treaties (Agreement on Biological Diversity; the Convention for the Conservation of Biodiversity and the Protection of Natural Areas in Central America - decree number 183/94), national forestry laws, environmental regulations of the Inter-American Development Bank, which is financing the project, in addition of internal Park regulations.

Furthermore, the area of the project is part of the working and living habitat of the Garífuna communities of Miami, Tornabé, San Juan Tela, La Ensenada and Triunfo de la Cruz, whose residents obtain part of the livelihoods from the lagoon. The project borders on the National Park's totally protected inner core, and Honduran laws prohibit any changes or alternations of the ecosystem in the area.

To undertake this megaproject, whose total cost will surpass 200 million dollars, Honduras will need to contract new debt with the Inter-American Development Bank (IADB), which will also benefit Astaldi in the amount of some 15 million dollars. This will increase Honduras' already high foreign debt and will have negative repercussions on the poorest sectors of the country.

For these reasons we demand Astaldi Columbus to suspend immediately all activities related to this project.

lunedì 3 settembre 2007

L'"Isola dei famosi" e l'isola del mattone



Comunicato stampa
Milano, 3 settembre 2007

“Isola dei famosi” e l’isola del mattone

I villaggi vacanze dopo il reality

Dietro il reality show di Rai 2, in programma da metà settembre, c’è un megaprogetto turistico per un resort di lusso sulla costa caraibica dell'Honduras. Il 17 agosto è stata posata la prima pietra. A incaricarsi dei lavori è l'italiana Astaldi. La popolazione locale, i garifuna, protesta e denuncia: “Il progetto minaccia la nostra sopravvivenza”. Il Collettivo Italia Centro America lancia una campagna internazionale contro Astaldi.

C’è un concorrente nascosto all edizione 2007 dell’“Isola dei famosi”.È Astaldi, la seconda società di costruzioni in Italia. A luglio ha firmato il contratto per iniziare i lavori del megaprogetto turistico “Laguna de los Micos”. Il complesso verrà realizzato nella Bahia de Tela, sulla costa caraibica dell’Honduras, a pochi chilometri dalle isole dei Cayos Cochinos, dove il 20 settembre inizia la nuova serie del reality show.La regione è abitata dal popolo afro-indigeno dei garifuna, che vive di pesca in comunità lungo la costa e teme l’impatto sociale e ambientale del turismo di massa.Oggi la Laguna de los Micos è un paradiso di mangrovie, una striscia vergine di spiaggia e vegetazione di oltre 3 km. Il progetto nella Bahia de Tela prevede la realizzazione di quattro hotel di lusso, 256 ville, un campo di golf, un club ippico e un centro commerciale -su una superficie complessiva di oltre 300 ettari-. Il tutto verrà realizzato all'interno del Parco nazionale intitolato a Jeanette Kawas (Pnjk) e di una laguna registrata (con il numero 722) nell'elenco delle paludi protette dalla Convezione internazionale di protezione delle paludi (conosciuta come Ramsar). Perciò il riempimento di gran parte della palude per la realizzazione del campo da golf è illegale. Non ci sono state nemmeno le consultazioni con le popolazioni locali, come vorrebbe l'Accordo n. 169 dell'Organizzazione internazionale del lavoro. Astaldi si incaricherà di realizzare la rete di infrastrutture di base, per un importo complessivo di circa 18 milioni di dollari (il budget complessivo del progetto è di circa 200): l'azienda italiana costruirà le strade, le fognature, il sistema elettrico, quello per la raccolta dei rifiuti solidi e per immagazzinare l'acqua potabile.Il 17 agosto scorso il ministero del Turismo ha posto “la prima pietra” del megaprogetto: presto arriveranno i villaggi vacanze, pronti ad attrarre nel Paese un numero sempre maggiore di turisti occidentali (da Milano ogni settimana parte già un volo charter diretto in Honduras, porta i turisti sull'isola di Roátan, attualmente l'unica “Cancún” del Paese). Non è un caso, perciò, se per il secondo anno consecutivo “i famosi” e l'Isola metteranno per tre mesi le spiagge honduregne in vetrina davanti a milioni di telespettatori italiani (lo scorso anno il programma raccolse il 25% di share). Cosa nasconde l'Isola? Nel dicembre 2006 un'inchiesta della rivista Altreconomia ha rivelato che le isolette dei Cayos, sedi del reality, sono in vendita. In più, il format prodotto da Magnolia e trasmesso dalla Rai sconvolge gli equilibri su cui si regge la vita delle popolazioni locali. Lo scorso anno, ad esempio, la gente del Cayo Chachahuate non poté uscire in barca a pescare per tutto il tempo delle riprese.Il Collettivo Italia Centro America (Cica), impegnato al fianco dei garifuna di Ofraneh, l'Organizzazione fraterna dei popli negri dell'Honduras, lancia domani una campagna internazionale contro Astaldi. Sul blog lisolaeilmattone.blogspot.com dossier e una dettagliata lettera di denuncia (in tre lingue: italiano, inglese e spagnolo) da inviare ai rappresentanti dell'azienda in Italia e in Honduras.

Il Collettivo Italia Centro America (Cica) è un collettivo di base, formato da persone che negli ultimi anni hanno lavorato in progetti di cooperazione popolare in diversi Paesi del Centro America. Lavora per monitorare gli interessi del capitale italiano in America Centrale e denunciare le violazioni dei diritti umani nella regione.



Ufficio stampa: Luca Martinelli (349.8686815)

lunedì 27 agosto 2007

I ragazzini dicono no ai reality show

Raccolte dagli studenti della scuola media Guardi più di 700 firme per dire no alla Rai: "l'Isola dei famosi danneggia ambiente e indigeni"di Luca Centini
PIOMBINO. Stop ai reality show che calpestano i diritti delle popolazioni indigene. I ragazzi della 1G della Scuola media Guardi hanno preparato un appello da inviare al direttore di Rai 2 Claudio Cappon in cui si richiede la sospensione del programma televisivo “L’isola dei Famosi”. In meno di un mese hanno raccolto 725 firme che hanno appena consegnato all’assessore alla pubblica istruzione Anna Tempestini. Gli studenti hanno preso posizione dopo aver lavorato per tutto l’anno al progetto Scream, contro il lavoro minorile, supportato dalla provincia di Pisa, dall’Ilo e dall’Unicef. Durante lo svolgimento del percorso sui diritti umani, i bambini hanno letto un articolo di Betty Schiavon pubblicato sul mensile “Popoli”, in cui si parlava dell’ultima edizione del programma televisivo realizzato a Cayo Paloma, in Honduras, una delle tredici isole dei Cayos Cochinos. Nell’articolo sono spiegati i danni causati dalla presenza dei concorrenti del programma e della troupe televisiva all’ambiente dell’isola e alla comunità locale dei Garifuna, popolo insediato a Cayo Paloma da circa duecento anni, che vive principalmente di pesca. «Il reality ha creato danni per i Garifuna e di conseguenza ai bambini del posto, che sono l’anello più debole della società - si legge nell’appello preparato dagli alunni - durante lo svolgimento del reality l’accesso a tre delle isole delle Cayos Cochinos è stato negato agli indigeni, per evitare che qualche pescatore compromettesse l’illusione dello spettatore di avere davanti agli occhi un’isola disabitata. Inoltre i continui trasporti effettuati dagli operatori Rai hanno messo in fuga le tartarughe marine che ogni anno depongono lì le uova. L’audience era più importante della pesca quotidiana e della sopravvivenza stessa di una popolazione che vive in quella zona da duecento anni. Noi bambini chiediamo che reality come l’Isola dei famosi non si ripetano più». Gli alunni della scuola Guardi hanno portato tempo fa la proposta al consiglio comunale aperto sui problemi dell’infanzia, in cui il sindaco Gianni Anselmi ha firmato l’appello insieme con alcuni assessori e con la quasi totalità dei consiglieri presenti. L’impegno iniziale dei ragazzi si è brevemente trasformato in una bella esperienza di partecipazione diretta.Tutti gli alunni della sede di via Togliatti hanno aderito all’i niziativa, con la maggior parte dei docenti della scuola. Gli alunni della 1G e della 1E hanno poi iniziato una raccolta di firme tra familiari e conoscenti riuscendone a raccogliere 725 in meno di un mese. Manca un mese all’inizio del programma e i ragazzi non intendono mollare un centimetro. «Il progetto Scream e la presa di posizione contro i reality hanno dato ai ragazzi un esempio concreto di democrazia diretta - commenta la professoressa Lucilla Lazzarini, coordinatrice dell’iniziativa - gli alunni hanno imparato che possono lottare per ottenere quello che vogliono».
(04 agosto 2007)